Vaccinazioni: tra obbligo e scelta consapevoleCon un convegno svoltosi a Verona lo scorso 10 febbraio, per la prima volta una regione italiana, cioè il Veneto, ha proposto la sospensione delle vaccinazioni obbligatorie in età pediatrica. Ora il progetto di legge dovrà essere presentato in Consiglio regionale e solo in un secondo tempo, non prima del 2007, potrà diventare attivo. Da quel momento ogni genitore avrà la responsabilità di informarsi e decidere le vaccinazioni per i propri figli. L’iniziativa non è un fulmine a ciel sereno, ma rappresenta solo la parte conclusiva di un processo di abbandono graduale di un sistema coercitivo, per passare a un sistema di offerta attiva basato sul consenso della popolazione. Nel nostro paese, l’obbligo vaccinale vige da parecchio tempo, essendo stato introdotto per la prima volta nel 1939 con l’antidifterica. Oggi, oltre alla difterite, gli obblighi vaccinali riguardano poliomielite, tetano ed epatite B, mentre per altre malattie, come morbillo, rosolia, parotite e pertosse, la vaccinazione è facoltativa, anche se spesso raccomandata da pediatri e operatori sanitari. Per anni, l’immunoprofilassi obbligatoria ha rappresentato uno strumento utile a prevenire e, in alcuni casi debellare, una serie di malattie molto pericolose. Le ragioni che hanno spinto il Veneto verso l’abrogazione dell’obbligo sono le seguenti: l'organizzazione del sistema sanitario è avanzata, le condizioni igienico sanitarie sono migliorate e la cultura della popolazione sembra essere pronta a recepire la necessità di vaccinarsi per le malattie più gravi. Questi fattori hanno contribuito a raggiungere elevati livelli di copertura vaccinale in diverse regioni italiane (in Veneto essa raggiunge il 95 per cento per le vaccinazioni obbligatorie e il 92 per cento per quelle raccomandate), favorendo così un passaggio naturale dall’obbligo all'accettazione spontanea. In effetti oggi la copertura vaccinale è molto più estesa rispetto a un tempo. La gradualità di questa trasformazione è testimoniata anche dal lento cambiamento delle penalizzazioni per gli oppositori dell’obbligo vaccinale: se prima un bambino non vaccinato rischiava di non potersi iscrivere a scuola e poteva essere addirittura prelevato dai carabinieri e obbligato a sottoporsi alle vaccinazioni, negli ultimi anni i genitori che rifiutano la profilassi obbligatoria vanno incontro solo a sanzioni di tipo amministrativo. La proposta della regione Veneto ha sollevato reazioni contrastanti: da una parte gli obiettori dell'imposizione vaccinale l'hanno accolta come un grande gesto di civiltà, dall'altra parte sono emersi dubbi e incertezze per il rischio In ogni caso, quello del Veneto è un progetto pilota che serve a valutare l’impatto del progressivo abbandono dell’obbligo e dev’essere attuato sotto lo stretto controllo di esperti. La proposta prevede infatti l'istituzione di una commissione che verifichi i requisiti di sospensione e che controlli l'efficacia Ma in che modo si cercherà di favorire l’informazione e la decisione consapevole? Cristina Colombelli
Inserito da redazione il Ven, 10/03/2006 - 00:00
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